La festa a Terrasini si svolge durante il periodo di Pasqua. Principali protagonisti dell’evento sono i celibi del paese, gli schetti appunto, che si misurano in una singolare gara che consiste nell’alzare al cielo poggiandolo sul palmo di una mano, un albero di melangolo, o arancio amaro, del peso di circa 50 Kg, tutto adorno di ninnoli e nastri. La festa viene organizzata da un comitato anticamente chiamato “Dubitazione”, costituito da un gruppo di scapoli che ha il compito di redigere il programma della manifestazione. Il rituale vero e proprio comincia il Sabato Santo quando il comitato degli schetti si reca in uno dei giardini di Contrada Paternella per il taglio e l’innesto dell’albero.
L’autenticità della celebrazione è garantita dalla cerimonia del taglio e dell’innesto del melangolo e poi dal banchetto a cui tutti sono invitati a partecipare per la tradizionale “manciata” a base di carne di castrato e sarde arrostite, il tutto accompagnato da un buon vino locale. Come accennato viene scelto un melangolo perché ha una resistenza maggiore rispetto ad altri agrumi, come il limone, e pertanto resiste meglio alle innumerevoli cadute a terra durante la gara. Il melangolo, inoltre, presso i produttori di agrumi, è l’albero scelto per l’innesto del limone.La deferenza con cui viene trattato l’albero a tutt’oggi è legata alle sue virtù naturali. Dopo essere stato tagliato l’albero è opportunamente addobbato con fazzoletti rossi (di quelli usati dai contadini), nastri colorati e ciancianeddi, cioè campanellini usati per i finimenti dei cavalli. Anticamente nell’albero venivano disposti i cosiddetti “aineddi”, piccoli ornamenti costituiti da figure di agnellino modellati con formaggio tenero. Così addobbato l’albero viene portato in giro su di un carro trainato da un cavallo riccamente bardato con finimenti per le feste. Ed arriva all’inizio del paese dove lo attende la banda musicale.
Nel pomeriggio vengono organizzati vari giochi. Il tiro alla fune, la corsa dei sacchi, l’assalto all’albero della cuccagna che spesso è cosparso di sapone per rendere più difficoltosa la salita, la rottura alla cieca(bendati) di vasi di terracotta appesi a un filo. La domenica di Pasqua fin dalle prime ore dell’alba gli schietti lavorano per dare gli ultimi ritocchi all’albero, pronto così a ricevere la benedizione del parroco della Matrice dopo la celebrazione della prima Messa. Inizia così il suo viaggio per le vie del paese dove, chi lo desidera, può alzare l’albero versando un’offerta. Le finestre, i balconi ed i terrazzi si riempiono di donne, bambini ed anziani desiderosi che almeno un’alzata dell’albero gli sia dedicata. L’alzata più importante, comunque, è quella che viene fatta sotto il balcone della fidanzata, la “zita”.
Mentre un tempo la festa si concludeva all’ora di pranzo della domenica, oggi la gara dell’alzata dell’albero si svolge nel pomeriggio in piazza Duomo con l’intervento di commissioni giudicatrici che alla fine della gara assegnano i premi ai vincitori, della categoria degli schetti e della categoria dei maritati, ovvero a coloro i quali riescono a tenere alzato l’albero per più tempo.
Abbigliamento degli schetti:i giovani schetti indossano dei tipici costumi,che vagamente somigliano a quelli degli antichi siciliani dell’agrigentino. La consuetudine prevede pantaloni e gilet di velluto nero, camicia bianca, foulard rosso, dei “pon pon” anch’essi rossi che fungono da cravatta e, infine, un berrettino rosso.